L’ansia dei giovani social-dipendenti

Dicono che «nomofobia» sia la parola dell’anno che volge al termine ed è significativo. Trattasi di un anglo-grecismo derivante da «no-mobile» (senza telefono) e indica la paura – si veda l’articolo a pagina 28 – di rimanere disconnessi anche solo per un momento. Darci un taglio con i social è un’utopia e un buon proposito da annotare – de-tiktokizzarsi, de-istagrammizzarsi – per l’anno venturo forse: finora di certo pochi ci riescono, e soprattutto i giovanissimi continuano a sprofondare allegramente nel mare di internet con il rischio, a volte, di annegarci.

 

La verità è che le connessioni di cui non possiamo più fare a meno generano, di per sé, un particolare tipo di ansia che si somma alle paure sempre più numerose – l’ultima è l’eco-fobia, la paura del disastro ambientale – di cui soffrono le nuove generazioni. È l’ansia da social, a cui è dedicato un promettente intervento dello psichiatra Michele Mattia («L’ansia e i social») all’interno del TEDx di Bellinzona che si svolgerà l’11 dicembre al Crystal Loft.

Leggi l’articolo di Davide Illarietti pubblicato sul Corriere del Ticino del giorno 8.12.2024.

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