Il mio primo attacco di panico

Testimonianza

È stato l’anno scorso. Vivevo un periodo di grande attività e di successi nel mio lavoro. Ero sempre in giro con l’auto, i clienti mi telefonavano dalla mattina alla sera, per discutere di questioni di lavoro. Era una cosa che mi rendeva orgoglioso: voleva dire che lavoravo davvero bene. Mi rendevo conto che, magari, trascuravo un po’ mia moglie e i miei bambini, ma riuscivo ogni tanto a ritagliare un po’ di tempo anche per loro. Un giorno mi trovavo in autostrada, e stavo viaggiando verso nord. Una giornata come le altre. In brevissimo tempo mi rendo conto che non mi sento bene: una sensazione che da tempo non sentivo più. Mi sono reso conto che saliva dentro di me un malessere, che si è trasformato in un dolore al torace. Ho pensato che, vista la mia età, si potesse trattare di un infarto. I dolori nel petto diventavano più forti. Il cuore me lo sentivo in gola, mi pareva di soffocare, di non riuscire più a pensare, a respirare, a vederci bene, come se avessi un velo davanti agli occhi. Mi sentivo in pericolo di vita: per questo infarto improvviso, e perché avrei potuto provocare un incidente. Mi sono messo sulla corsia di sicurezza, dove ho fermato l’auto. Qualche minuto dopo è arrivata la polizia, che ha chiamato l’ambulanza. Pensavo di non farcela, ero sfinito. All’ospedale mi hanno poi detto che era un momento dovuto allo stress. Ma io sono terrorizzato che questo “momento” ritorni. Magari, basta averne alcuni, poi l’infarto davvero si presenta. E comunque potrei fare dei danni ad altri. Così non mi muovo da casa: e se esco, chiedo a mia moglie di accompagnarmi. La mia vita, da quel giorno, è cambiata completamente.